M4, anche Gherardo Colombo contro i ritardi e gli extracosti
La linea 4 della metropolitana milanese è il cuore della nuova relazione del Comitato per la legalità del Comune di Milano presieduto da Gherardo Colombo. Ritardi nei lavori. Costi extra. Cattiva comunicazione ai cittadini. La più invasiva e costosa delle opere pubbliche in corso a Milano è analizzata dal Comitato con seguito di dure bacchettate per l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Sala. “Gli extra-costi complessivi”, dice la relazione, “ammontano a 200 milioni di euro circa, anche in considerazione dell’errore commesso inizialmente con riferimento alla stima degli oneri di sicurezza e alla progettazione della stazione di San Cristoforo”.
Sul tema era già intervenuta l’Anac, l’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone. E anche la Ragioneria del Comune a giugno 2018 aveva lanciato un allarme sulle spese maggiori e sul ricorso a “forme flessibili di indebitamento” per far fronte a maggiori costi “per un totale di 313 milioni di cui 139 a carico del Comune”. Ora il gruppo di lavoro di Colombo ricorda gli errori di progettazione e di gestione durante l’esecuzione dei lavori e conclude: “Il Comitato non può fare a meno di evidenziare come, purtroppo anche a Milano, si sia dato spazio alla pessima abitudine di non concludere un’opera pubblica, per quanto imponente, entro la cornice determinata nella originaria progettazione, aprendo la strada (in questo caso, la metropolitana…) ad aumenti di spesa pubblica motivati da riserve e varianti (emergenti ovviamente sempre in corso d’opera e, quindi, post aggiudicazione mediante gara pubblica), senza che nessuno sia chiamato a rispondere di questo surplus di spesa, a cominciare da chi il progetto definitivo ha approvato”.
Sugli extra-costi è stata avviata una transazione con le aziende coinvolte nella realizzazione dell’opera. “Duole evidenziare”, scrive il Comitato, “come anche la procedura transattiva sia stata attuata richiamando asseriti motivi di urgenza e nell’imminenza del cambio del direttore generale, tra l’altro informando il Comitato solo qualche giorno prima dell’approvazione della delibera di Giunta, inibendo con ciò quel processo di virtuosa complementarietà tra Comitato e funzioni che, forse, potrebbe apportare valore aggiunto al funzionamento degli apparati comunali. L’iter seguito non trova l’approvazione del Comitato, ma rappresenta comunque l’occasione utile per manifestare l’auspicio che l’avvenuto change of management possa comportare una sostanziale discontinuità delle modalità di interlocuzione, ispirandole al principio di un coinvolgimento preventivo e sostanziale a tutela del superiore interesse pubblico: in tal modo potrebbe, forse, anche diminuire il coinvolgimento strumentale di entità extra-comunali a volte utilizzate (politicamente) a mo’ di spauracchio, altre volte come una sorta di ‘assicurazione di deresponsabilità’, con ciò contribuendo a creare un allargamento dei confini operativi di entità istituite per ambiti ben più circoscritti”.
La linea blu del metrò milanese è raccontata dai critici come una bomba a orologeria pronta a scoppiare nei conti del Comune. “Come si fa a impegnare il Comune per 2,2 miliardi di euro nei prossimi cinque lustri?”, si era chiesto già anni fa l’assessore Franco D’Alfonso. Erano metro-scettici anche l’allora sindaco e vicesindaco, Giuliano Pisapia e Ada Lucia De Cesaris. Il vero problema di M4 è la struttura del project financing, leggero a carico nei privati e pesante a carico del pubblico. Vecchi patti con la politica che continuano a essere rispettati.