GIUSTIZIA

Il triste addio di Ilda all’Antimafia di Milano

Il triste addio di Ilda all’Antimafia di Milano

Ilda Boccassini non è più il capo dell’antimafia a Milano. In ossequio alla regola (spesso criticata perché disperde esperienze) che impone il termine massimo di otto anni per dirigere un dipartimento della Procura e dunque anche la Dda, la direzione distrettuale antimafia. Il procuratore Francesco Greco l’ha salutata con una lettera di ringraziamento inviata a tutti i pm: “Cari colleghi, Ilda deve lasciare l’incarico da Lei ricoperto negli ultimi otto anni alla direzione della Dda. Il livello raggiunto dalla Dda di Milano è altissimo, sia per organizzazione di lavoro sia per innovazione giuridica e rappresenta un irrinunciabile patrimonio investigativo e culturale. Il rigore professionale, la riservatezza, la velocità nell’assumere decisioni e la conoscenza del fenomeno mafioso sono la cifra dell’impegno di Ilda che continuerà a garantire con la sua presenza attiva in Ufficio”.

Prosegue Greco: “Stiamo parlando del patrimonio che forma il dna della Procura unitamente a tutti gli altri settori che rendono l’Ufficio un’eccellenza. Ilda, con la sua straordinaria competenza, passione e dedizione al lavoro contribuisce a far maturare l’orgoglio dell’appartenenza a una storia esemplare nell’affermazione della legalità e della tutela dei diritti: quella che caratterizza appunto la Procura di Milano”.

Un pubblico elogio, per cercare di far dimenticare qualche tensione. Greco aveva infatti deciso che Boccassini, lasciata l’antimafia, continuasse a fare il capo della sezione Misure di prevenzione, uno dei quattro gruppi di lavoro della Procura di Milano (gli altri sono Antiterrorismo, Esecuzione penale e Portale). Il procuratore lo aveva scritto in una comunicazione del 30 novembre 2017, resa nota dal sito giustiziami.it. Diceva che “l’incarico di coordinatore della Sezione Misure di prevenzione risulta assegnato dall’11 gennaio 2010 alla dottoressa Ilda Boccassini e dunque non è vacante”, perché ha una durata di dieci anni (quindi scade solo il 10 gennaio 2020) e non va messo a bando come gli altri tre di nuova creazione.

Ma Boccassini quel posto non lo vuole: investigatrice di grande esperienza e di grande passione, non vuole passare gli ultimi due anni della sua carriera in un ufficio più burocratico che operativo. A ottobre, risponde a Greco a muso duro: il bando va fatto, “in modo che tutti i sostituti abbiano la possibilità di concorrere”, scrive in una lettera resa nota sempre da giustiziami.it; “manifestando, comunque, la mia volontà di non parteciparvi”. Quel posto, sostiene, è di Alessandra Dolci, nuovo procuratore aggiunto e capo della Dda. Greco ribadisce: “Si rileva che l’incarico, avendo durata decennale, scade in data 10 gennaio 2020. Pertanto solo in tale data sarà vacante”.

Nei giorni scorsi, la lettera che cerca di smorzare le polemiche: “La responsabilità di noi colleghi anziani (Ilda, Alberto, il sottoscritto, nonché il rinnovato consiglio degli aggiunti) sarà quella di guidare questo processo con l’esperienza e la necessaria condivisione delle scelte”. “Alberto” è l’ex procuratore aggiunto Alberto Nobili, che come Ilda ha dovuto lasciare la guida del suo dipartimento allo scadere degli otto anni. Greco conclude la sua lettera con un ottimistico: “Sarà un’ottima annata!”. Ma che cosa farà Ilda?

Il Fatto quotidiano, 14 gennaio 2018 (versione ampliata)
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