POLITICA

Se Milano tornerà alla destra, non date la colpa a noi

Se Milano tornerà alla destra, non date la colpa a noi

Se vincerà Stefano Parisi, non date a noi la colpa di aver riportato Milano indietro di cinque anni. Di aver ridato la città alla destra. Di aver fatto vincere Salvini. Avete già cominciato a dirlo: brutto segno, se mettete le mani avanti. Noi che non voteremo Giuseppe Sala, né al primo né al secondo turno per eleggere il sindaco di Milano, voteremo secondo coscienza, perché abbiamo una coscienza. Non possiamo dunque votare un candidato che ha gestito i soldi pubblici di Expo senza trasparenza e senza rigore, distribuendo incarichi e appalti senza gara, favorendo gli amici del presidente del Consiglio, aggirando le regole, non controllando a sufficienza i cantieri, sottovalutando le cosche mafiose lasciate libere di entrarvi. Mentendo ai cittadini perfino sulle sue proprietà, visto che ha nascosto nella dichiarazione al Comune la villa al mare e la casa in Svizzera, dopo aver giurato sul suo onore di dichiarare la verità.

Se succederà, se vincerà Parisi, la responsabilità sarà tutta di chi ha scelto il candidato sbagliato per il centrosinistra a Milano. Sarà dunque di Matteo Renzi, che ha imposto Sala confondendo la narrazione di Expo con la realtà di una grande metropoli come Milano. Sarà del Pd milanese, che si è illuso di vincere facile e di riprendere il controllo della politica cittadina dopo la “parentesi” di Pisapia. Sarà di Pierfrancesco Majorino, che ha fatto cinicamente vincere Sala alle primarie sperando di ricavarne un beneficio politico personale. Non prendetevela con noi, che Sala non lo voteremo. È finito il tempo dei ricatti, del turiamoci il naso, del votate Sala altrimenti arriva Salvini. Se arriverà Salvini, sarà perché voi avete lavorato per farlo vincere, perché avete imposto un impresentabile, perché avete ucciso l’esperienza “arancione”, perché avete archiviato in tutta fretta quella che ritenete in cuor vostro la “parentesi” Pisapia. Ora agitate lo spettro del “fascioleghismo”, proprio voi che siete sempre stati pronti a collaborare con chiunque e a fare alleanze con tutti.

“Le elezioni sono uno spasso perché non si sa mai prima chi vince”. (Marilyn Monroe)

Non sappiamo adesso come andranno le elezioni del 5 giugno e poi il ballottaggio del 19. Ma se vincerà Parisi, se questa città sarà restituita al centrodestra, dovrete almeno sapervi assumere, dopo tanti errori, la responsabilità politica e morale di quel che avrete costruito, che sarà la conseguenza delle vostre scelte e dei vostri errori, delle vostre superficialità e dei vostri narcisismi, delle vostre sottovalutazioni e delle vostre vendette, della vostra ansia di rivincita e dei vostri piccoli calcoli personali. Non sappiamo come andrà a finire perché, come diceva Marilyn Monroe nel film Il principe e la ballerina, le elezioni sono uno spasso perché non si sa mai prima chi vince. Se vincerete voi, festeggerete la vostra vittoria. Ma se vincerà Parisi, non tentate di incolpare chi non vi ha seguiti: assumetevi la responsabilità delle vostre scelte sbagliate.

Tanto peggio tanto meglio? Non ci provate: non c’entra nulla, non auspichiamo affatto il tanto peggio tanto meglio. Il peggio lo avete scelto voi: noi volevamo non il meglio, ma il possibile, il decente, e siamo invece rimasti vittime incolpevoli delle vostre scelte superficiali, leggere, da pensiero debole e intelligenza flebile. Ora, o prima del ballottaggio, non ricattateci adombrando scenari apocalittici, urlando che bisogna fermare i barbari. Voi avete aperto le porte ai barbari, noi siamo vittime due volte: della vostra superbia che credeva di vincere facile agitando le bandierine dell’Expo; e (se perderete) anche della vostra incapacità. A futura memoria, ora che l’epilogo è ancora lontano, vi ammoniamo: non tentate neanche per un attimo di scaricare su di noi le responsabilità che restano tutte, inesorabilmente, vostre.

Nel poster del vecchio film in costume “La vendetta dei barbari” riconosciamo, da sinistra (perdonate la parola): Pietro Bussolati, Cristina Tajani, Pierfrancesco Majorino, Giuseppe Sala, Matteo Renzi

Il Fatto quotidiano, 15 aprile 2016
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