Lodi, piscine e manette. I tuffi pericolosi del Pd
Il Pd qui a Lodi è nelle mani di un ex democristiano di nome Lorenzo Guerini. Un assicuratore di provincia preciso e convincente che nel 1990, innamorato di Giulio Andreotti, diventa consigliere comunale dc, poi assessore, poi presidente della Provincia, infine sindaco di Lodi. Intanto però la Dc è evaporata e Guerini si è trovato a capo del Partito democratico. Non soltanto quello lodigiano, di cui continua a essere il padre padrone, ma anche quello nazionale, perché un certo Matteo Renzi nota come si sa muovere dentro l’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, e se lo porta a Roma, unico del cerchio magico senza l’accento toscano. Lo chiama “Arnaldo”, come Forlani, ed è un omaggio alle sue doti di diplomazia e alle sue capacità di trattativa. In corsa per diventare anche ufficialmente il segretario nazionale del Pd, mica dimentica Lodi: quando il partito, spinto da Renzi, supera il 40% alle europee, Guerini sussurra: “M’importa di più che abbiamo ripreso Casalpusterlengo”.
Simone Uggetti è il suo erede politico. È stato due volte assessore nelle sue giunte, dal 2005 al 2012, e poi lo ha sostituito come sindaco di Lodi. Ora che è stato arrestato, Guerini non lo scarica: “Ho conosciuto in questi anni Uggetti come amministratore competente e accorto e come persona più che corretta e limpida”. Poi “Arnaldo” aggiunge in un sussurro: “Detto questo, piena e totale fiducia nel lavoro dei magistrati, confidando che si faccia chiarezza con la massima rapidità”. Uggetti, a differenza del suo maestro, è cresciuto nel Pci, poi Pds, poi Ds, infine Pd. Un Pd di sinistra, corrente bersaniana; ma sempre con il sostegno personale dell’ultrarenziano Guerini, che gli ha passato il testimone in municipio, l’11 giugno 2013, dopo il ballottaggio vinto con il 53,62% dei voti.
Ora è in cella per colpa di una pm ragazzina della Procura di Lodi, Sara Mantovani. La storia è quella di due piscine scoperte affidate con una gara su misura agli amici della Sporting Lodi. Il Movimento 5 stelle locale l’aveva subito contestata, quella gara, chiedendo come mai un appalto affidato all’offerta economicamente più vantaggiosa avesse un sistema di punteggio al 90% determinato da fattori tecnici e solo al 10% da fattori economici.
Chi ha memoria, qui a Lodi, ricorda però anche un’altra vicenda, una terza piscina. Una storia che è fuori dall’indagine giudiziaria che ha fatto scattare le manette per il sindaco Uggetti e che ha invece per protagonista il suo predecessore: fu Guerini a volere una piscina coperta, fatta costruire con un investimento di 13 milioni di euro. Troppi, per una cittadina come Lodi, 45 mila abitanti nella bassa padana, anche se la formula magica che mette a tacere le critiche è: project financing. Promette che l’opera pubblica si paghi da sé. Naturalmente non succede. La gara per costruzione e gestione viene vinta da Sporting Lodi, società al 90% di Iter, coop rossa di Ravenna.
La piscina viene consegnata nell’ottobre 2013, con quasi due anni di ritardo e senza una parte delle opere promesse (il parcheggio, la spa…). I Cinquestelle fanno un esposto alla Corte dei conti per danni erariali, perché ritardo e mancanza di servizi vogliono dire mancato incasso per il Comune. Ma nove mesi dopo l’apertura, l’Iter coop fallisce. Subentra il Comune, tramite la municipalizzata Astem, che entra in Sporting Lodi al posto di Iter. I bilanci restano per due anni in rosso. Ecco allora che Uggetti dà l’aiutino alla Sporting, in cui ha messo un mucchio di soldi pubblici, e scattano le manette. C’è anche una nota di colore, nella storia della piscina coperta: direttore è Igor Piovesan, un ex nuotatore. Peccato sia stato sospeso dalla federazione per doping. Ma questi sono dettagli, ormai, nella Lodi che oggi si è svegliata con il suo sindaco in cella.