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Sala a Londra. “La cena delle Cayman”

Sala a Londra. “La cena delle Cayman” 28/10/2012 Roma, trasmissione In mezz'ora in onda su Rai Tre, nella foto Davide Serra di Algebris Investiments

 “La cena delle Cayman” (l’Unità, 18 ottobre 2012).

Tutti a Londra da Giuseppe Sala. L’appuntamento è per mercoledì 13 aprile. Il candidato sindaco di Milano per il centrosinistra vuole incontrare i milanesi che vivono nella capitale britannica. Sono tanti: tra i 400 mila italiani a Londra, un bel numero viene da Milano. Molti sono giovani che studiano nelle scuole o nelle università, oppure lavorano lì per perfezionare il loro inglese. Ci sono poi imprenditori, finanzieri, manager. Ma l’appuntamento centrale della sua trasferta sarà alle ore 19: al terzo piano di Clifford street, dove ha sede il fondo d’investimento Algebris, Sala incontrerà il mondo della finanza in un “cocktail elettorale” organizzato da Davide Serra, che Algebris l’ha fondata nel 2006 e che risiede a Londra da vent’anni.

È una cena elettorale a cui sono stati invitati i banchieri e gli operatori della City, con accesso riservato, posto sotto “strict security”. Scopi dichiarati: far conoscere Sala alla City, convincere i milanesi di Londra a votare per lui e soprattutto raccogliere fondi per la campagna elettorale. L’ideatore dell’operazione è Serra, il finanziere amico di Matteo Renzi e suo finanziatore fin dalla prima ora. C’è la sua firma sugli inviti, che chiedono di confermare per tempo i nomi di chi parteciperà all’incontro, per ragioni di sicurezza.

Serra è l’ombra finanziaria di Renzi fin dalla prima Leopolda. Non senza polemiche. Ai tempi delle primarie in cui l’ex sindaco di Firenze si scontrò con Pierluigi Bersani per il posto di segretario del Pd, nell’ottobre 2012, Serra organizzò a Milano una cena privata – un tavolo costava mille euro – per far conoscere l’amico Matteo alla comunità finanziaria ambrosiana. Il giorno dopo, l’Unità titolò: “La cena delle Cayman”. Per via di alcune società, usate da Serra per raccogliere soldi da investitori internazionali, che hanno sede nelle Cayman Islands, paradiso geografico e fiscale.

“È un bandito tra virgolette”, sbottò Bersani. “Ci penseranno i miei legali italiani e inglesi che chiameranno i giudici a decidere sulle sue parole”, replicò Serra. “Non gli ho dato del bandito”, concluse Bersani, “ho solo parlato di Cayman e ho detto che noi italiani non dovremmo considerare tutti quelli che hanno base alle Cayman”.

Ora si replica: non a Milano ma a Londra, non per Renzi ma per Sala. Chissà come titolerà stavolta l’Unità. Invece di evocare le Cayman, si potrebbero fare battute su più modeste casette e conti in Svizzera, non dichiarati da Sala in documenti di Expo e del Comune di Milano su cui pure è scritto “Sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero”.

Chissà se intanto i finanzieri della City hanno perdonato a Serra la furbata del 2011, quandò congelò il suo fondo, sprofondato a causa delle azioni delle banche che aveva in portafoglio, e ne aprì un altro che puntava non più sulle azioni, ma sui titoli di credito emessi dalle banche, i CoCoBond, continuando a incassare commissioni (“Non si fa così”, dissero allora i concorrenti, in nome della regola aurea dell’high water mark). Fu un attimo: quando nel 2013 la Fed e la Bank of Japan inondarono i mercati di liquidità, Serra tornò alle alte performance a cui ha abituato il mercato.

Nella trasferta londinese, Sala parlerà di Milano città internazionale, di progetti per renderla una metropoli sempre più competitiva e appetibile, sull’onda dei mirabolanti successi – in verità non ancora certificati – del suo Expo. Cercherà di convincere gli invitati a finanziare la sua corsa verso Palazzo Marino. Poi tornerà a Milano, dove lo aspettano due mesi di una campagna elettorale difficile.

 

Diritto di replica

In riferimento all’articolo pubblicato in data 6 aprile in merito all’iniziativa di fund raising promossa a Londra da Davide Serra per il candidato a sindaco di Milano Giuseppe Sala, ravvisiamo un chiaro intento diffamatorio mediante una ricostruzione ad arte di un quadro non corretto dell’attività di Algebris Investments.
In particolare, dall’avvio della propria attività Algebris Investments non ha mai “congelato” alcun fondo, onorando sempre prontamente le proprie obbligazioni verso gli investitori. Il lancio del fondo Algebris Financial Coco Fund nel 2011, così come quello di altri prodotti negli anni seguenti, rientra nell’ambito della diversificazione delle strategie d’investimento offerte ai clienti, per accedere alle più interessanti asset class con scenari di mercato in continua evoluzione. La creazione del fondo Algebris Financial Coco, con strategie e una base d’investitori assolutamente differenti, nulla ha a che vedere con la regola della cosiddetta “high water mark”, da voi citata in modo puramente strumentale.

Riteniamo peraltro pretestuoso, parte di un chiaro progetto denigratorio, continuare ad associare Algebris alle “Cayman”, avendo Algebris Investments già chiarito più volte la propria posizione, e non avendo da anni, come già noto, alcuna società con sede alle Cayman Islands. Algebris opera e ha sempre operato in totale adempimento con le leggi fiscali inglesi ed internazionali ed è un soggetto regolato da FCA, SEC e MAS.
Davide Serra e Algebris Investments si riservano di agire in tutte le sedi opportune affinché venga tutelata e difesa la propria reputazione.

Cristina Fossati, Image Building

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Non c’è alcun “progetto denigratorio”, ma è un fatto che Algebris abbia usato veicoli basati alle Cayman per evitare, legittimamente, la doppia imposizione fiscale ai suoi clienti internazionali. Su questo scoppiò la polemica con Bersani e l’Unità evocata dal nostro titolo. È un fatto anche che nel 2011 aprì, legittimamente, fondi basati non sulle azioni, ma sui CoCoBond, continuando a incassare commissioni. (GB)

 

Il Fatto quotidiano, 6 aprile 2016
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