Archiviazione per Sala. Ha favorito Farinetti, ma niente reati
Sala ha affidato senza gara anche il più importante appalto Expo nel settore ristorazione: alla Eataly di Oscar Farinetti, grande amico e finanziatore del presidente del Consiglio Matteo Renzi, è stata concessa la gestione “del più grande ristorante del mondo”, uno spazio di 8 mila metri quadrati in cui hanno funzionato per i sei mesi dell’esposizione 20 ristoranti in cui si sono dati il cambio 120 ristoratori scelti da Farinetti. Un business milionario che l’imprenditore ha gestito con il solo impegno di girare a Expo una royalty del 5 per cento sugli incassi. Quanto? Non si sa. Anche in questo caso, trasparenza zero.
Dopo gli articoli del Fatto quotidiano che raccontavano la vicenda, Cantone aveva contestato a Sala quell’affidamento diretto, aveva “ritenuto non del tutto soddisfacenti le spiegazioni ricevute” e aveva segnalato l’operazione alla Procura di Milano. L’inchiesta si chiude nel gennaio 2015 con un’archiviazione, perché il gip Claudio Castelli (uno dei gestori dei fondi Expo assegnati dal ministero della Giustizia per il palazzo di giustizia di Milano) non ravvisa profili penali nell’operato di Sala. Che però “ha assicurato” a Farinetti “condizioni economiche particolarmente vantaggiose” e “di maggior favore” se “paragonate a quelle più rigorose” per gli altri operatori della ristorazione: a questi viene chiesto il 12% sugli incassi, a Farinetti solo il 5%, con Expo che si accolla anche le spese per elettricità, acqua, “allaccio dei servizi” e perfino i “costi sostenuti da Eataly per le celle frigorifere (50 mila euro)”.