POLITICA

La Regione confessa: ecco la mappa dei lottizzati

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Ecco la mappa della lottizzazione: una cartina della regione Lombardia con tutti i nomi degli (appena eletti) direttori generali della sanità, con accanto a ciascuno il simbolo del partito di appartenenza. Firmato Arca Lombardia, l’agenzia pubblica che fa da centrale acquisti per la Regione. La cartina che pubblichiamo in questa pagina è stata messa on-line sul sito di Arca e mandata via posta elettronica all’indirizzario della Regione. Poi qualcuno deve essersi accorto del pasticcio combinato: la mappa è stata rimossa dal sito e ai destinatari delle e-mail è stato inviato un messaggio di rettifica in cui si spiegava che la cartina era “un’artificiosa ricostruzione giornalistica”. In verità la mappa è stata presa di peso dalle pagine milanesi del Corriere della sera, dove era stata pubblicata il 20 dicembre 2015, all’indomani delle nomine dei nuovi dirigenti della sanità lombarda. Realizzata da D’Arco, una delle agenzia che realizzano l’infografica per il quotidiano di via Solferino.

Benché rimossa, la mappa diffusa da Arca resta la prova della lottizzazione partitica della sanità accettata dalla Regione come un dato di fatto. Malgrado la sbandierata riforma voluta dal presidente Roberto Maroni, che dopo l’arresto di Mario Mantovani ha assunto anche la carica di assessore alla salute. Sono cambiati i nomi: le Asl (Aziende sanitarie locali) sono diventate Ats (Agenzie per la tutela della salute) e le Ao (Aziende ospedaliere) ora si chiamano Asst (Aziende socio-sanitarie territoriali). Ci sono stati accorpamenti che ne hanno ridotto il numero. Ma la lottizzazione è rimasta il metodo per decidere le nuove nomine.

Dopo vent’anni di governo formigoniano, in cui appartenere a Cl era già un titolo di merito, i direttori generali sono stati scelti con un nuovo sistema, voluto dal presidente Maroni: prima tre “saggi” hanno selezionato 200 candidati; poi il cosiddetto “quizzone”, un’esame psico-attitudinale, ne ha scremati 100, da cui infine, il 19 dicembre 2015, Maroni in persona ha scelto i 35 direttori generali: 13 della Lega, 11 di Forza Italia, 10 dell’Ncd, 1 di Fratelli d’Italia. La “rottamazione” di Maroni ha ringiovanito il sistema, ha pescato nelle seconde file, ma ha mantenuto i rapporti di forza di cinque anni fa, con la Lega che si conferma il partito più vorace e Ncd quello più forte in rapporto all’esiguo peso elettorale.

“Sono soddisfatto di questa rivoluzione del merito”, aveva dichiarato Roberto Maroni, “abbiamo scelto competenti e capaci, tutti selezionati da una commissione esterna: è la prima volta che succede”. Si è incaricata subito di smentirlo la mappa diffusa dalla sua stessa agenzia regionale. Arca è la struttura che ha il delicato compito di fare gli acquisti centralizzati per ogni assessorato della Regione. Diffondendo la mappa pubblicata dal Corriere, senza neppure “sbianchettare” i simbolini di partito, ha incautamente certificato la nuova lottizzazione 2.0 del successore di Roberto Formigoni.

Nessuna spiegazione ci è arrivata da Arca. Dall’interno di Regione Lombardia, invece, trapela che Maroni dopo la diffusione della mappa ha voluto una rapida inchiesta interna per capire come era stato possibile “l’errore o la leggerezza” di far circolare quel documento. “È stato fatto un cazziatone al direttore di Arca, Luciano Zanelli, e fine del problema”.Resta la scelta per appartenenza partitica. Il “quizzone” aveva selezionato anche manager provenienti dalle regioni rosse, Emilia e Toscana. Ma nessuno di loro è poi stato scelto: forse perché non allineato politicamente. Per gli altri dirigenti, i direttori sanitari, amministrativi e socio-sanitari, le regole restano comunque quelle vecchie: nomina politica e discrezionale. Così sono stati ripescati anche candidati che non avevano neppure superato il “quizzone”.

di Elisabetta Reguitti e Gianni Barbacetto, Il Fatto quotidiano, 14 gennaio 2016
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