Imt e Pammolli, la scuola e il prof della tesi (copiata) della ministra Madia
La tesi di Marianna Madia nasce nella Scuola Imt Alti Studi di Lucca. Un posto meraviglioso, nel centro storico della città toscana, circondata dalle sue mura rinascimentali. La biblioteca di Imt è stata ricavata dalla chiesa di San Ponziano, i grandi eventi sono ospitati dalla chiesa di San Francesco, i seminari e le conferenze trovano spazio nella Cappella Guinigi. Un ambiente molto adatto alla più botticelliana delle ministre.
Obiettivo dichiarato della Scuola è lo studio dell’economia, del management, delle scienze politiche, incrociate con l’ingegneria, l’informatica, la ricerca sui beni culturali. Direttore, oggi, è il professor Pietro Pietrini, che fa il neuroscienziato, specialità non proprio in linea con gli obiettivi di Imt, ma oggi gli studi, si sa, devono essere interdisciplinari e un po’ di neuroscienza non guasta mai. Il fondatore, e direttore dal 2005 al 2012, è il professor Fabio Pammolli, che poi nella Scuola ha continuato a insegnare Economia e management. È lui che oggi difende la sua alunna Madia dalle accuse di aver copiato la tesi. Del resto il suo nome vi compare due volte: come “program coordinator” e come “tutor”.
Pammolli, inoltre, è anche consulente del governo di cui Madia fa parte. Dal novembre scorso, diventato anche esperto di terremoti, è entrato a far parte – compenso: 60 mila euro – del gruppo di lavoro del piano “Casa Italia”, il progetto governativo per la prevenzione sismica lanciato da Renzi e guidato da Giovanni Azzone, ex rettore del Politecnico di Milano e presidente di Arexpo spa, la società che deve cercare di trovare un destino alle sfortunate aree milanesi di Expo.
Policonsulente, collezionista di incarichi, mago interdisciplinare. Non solo terremoto, infatti: Pammolli è anche consigliere del ministro dell’Università sull’internazionalizzazione della ricerca, incarico gratuito con rimborso spese di 3 mila euro. E membro, di designazione governativa, del cda del Museo Galleria dell’Accademia di Firenze. Ora il suo curriculum è misteriosamente scomparso dal sito di Imt (il link dice: “404-Page not Found”). Ma il professore ha lavorato per molti ministeri. È stato membro della Commissione prezzi e rimborsi del ministero della Salute (2001-2008), del comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità (2001-2006), della commissione per la valutazione della spesa pensionistica (2011-2012), del gruppo di lavoro per il monitoraggio dell’impatto delle riforme del mercato del lavoro (2013-2015) e perfino della “commissione di compatibilità economica per la valutazione dei costi e delle ricadute economiche per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020”.
Ha prodotto rapporti e ricerche anche per la Commissione europea, “sulla competitività e sulla regolazione dei settori farmaceutico, biotecnologico e delle apparecchiature biomedicali”. Ora è nel comitato investimenti del cosiddetto Fondo Juncker, quello che ha il compito di esaminare i progetti selezionati dalla Bei, la Banca europea degli investimenti. Non si sa se ami il calcetto, di certo ha ottime relazioni. Le si è viste al Meeting di Rimini del 2015, dove ha partecipato a un seminario organizzato da Marco Carrai, l’imprenditore più vicino a Matteo Renzi, insieme ad Andrea Simoncini, ciellino doc e docente di Diritto costituzionale a Firenze, Roberto Cingolani, direttore di Iit, l’Istituto italiano di tecnologia di Genova, e Mario Rasetti, presidente Isi. Personaggi coinvolti da Renzi in Human Technopole, il progetto di polo scientifico che dovrebbe nascere sull’area Expo.
Uno dei tanti incarichi di Pammolli è all’Iit di Cingolani, dove è “Visiting scientist”. Ma Cingolani lo ha portato anche in Human Technopole, come coordinatore del Cads (Center for Analysis, Decisions and Society). Il suo primo amore, lo Imt di Lucca, è un istituto di provincia su cui ha influenza CariLucca, la fondazione bancaria locale, e dove sono di casa due politici lucchesi, il senatore Andrea Marcucci (Pd) e Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione di Renzi.