di Laura Margottini /
Nel 2006, Roberto Cingolani, neo ministro della Transizione ecologica voluto da Grillo, trasferì 3,5 milioni di euro dai fondi dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit), di cui era direttore dal 2004, al Laboratorio nazionale di nanotecnologie di Lecce diretto dalla moglie Rosaria Rinaldi (oggi ex moglie) e da lui stesso fino al 2004. Il travaso di fondi di Iit al Laboratorio salentino è stato possibile grazie al doppio ruolo di Cingolani in quel momento: dal 2004 direttore Iit nominato da Giulio Tremonti e, fino al 2006, responsabile della fase di accorpamento dell’Istituto nazionale di fisica della materia (Infm) dentro il Cnr su nomina dell’allora presidente Cnr Fabio Pistella.
Era stato Cingolani a fondare il Laboratorio nazionale di Nanotecnologie di Lecce nel 2001, quando ricopriva la carica di vicedirettore Infm. Lo ha diretto fino al 2004, anno in cui Cingolani si sposta ad Iit e la moglie Rinaldi diventa responsabile dello stesso laboratorio. Athanassia Athanassiou, la seconda moglie di Cingolani, fisica della materia, è tra i primi ricercatori ad essere assunta a tempo indeterminato presso l’Iit. Il Fatto può ricostruire la storia grazie a documenti pubblici del Cnr, soggetto alla legge sulla trasparenza.
Itt è una fondazione privata, sebbene finanziata con fondi pubblici, non è obbligata a pubblicare le convenzioni che stipula né i bilanci. La vicenda vede Cingolani vicedirettore dell’Infm dal 2001 al 2003, anno in cui viene nominato commissario straordinario per guidare la sua chiusura e il suo assorbimento da parte del Cnr. A giugno 2005, è il Cnr a nominarlo responsabile Cnr-Infm per l’accorpamento dei laboratori dell’Infm, con mandato prorogato più volte, fino al 31 dicembre 2006.È in questo periodo di proroghe che Iit stabilisce una convenzione di ricerca con il Cnr, il 7 giugno 2006.
Come si evince dai documenti Cnr, a firmare la convenzione per conto di Iit non è il suo direttore, Cingolani, ma l’allora vicepresidente di Iit, Giuseppe Cerboni. Per il Cnr, firma Pistella. Cingolani firma invece come responsabile Cnr-Infm la delibera in cui si autorizza che la convenzione Iit-Cnr venga svolta presso il laboratorio di Lecce e sotto la direzione della Rinaldi. Autorizza anche un trasferimento di 3,5 milioni in 5 anni da Iit al laboratorio leccese.
Cingolani era, quindi, al tempo stesso erogatore (in qualità di direttore di Iit) e beneficiario dei fondi, visto che risultava ancora responsabile dei laboratori Cnr-Infm, come quello diretto dalla moglie. La Rinaldi ottenne anche un contratto di collaborazione esterna di un anno con Iit. Altri laboratori precedentemente apparenti a Infm vennero scelti discrezionalmente da Iit per collaborare e beneficiare dei suoi fondi: il centro di ricerca Soft-Infm della Sapienza diretto dal fisico Giancarlo Ruocco, e il centro Nest alla Normale di Pisa, diretto da Fabio Beltram, ordinario di Fisica della materia nello stesso ateneo. Oltre a un’altra decina di gruppi e centri dell’università pubblica scelti da Iit.
Da gennaio 2006 a dicembre 2010, Athanassia Athanassiou, attuale moglie di Cingolani, è stata anche lei ricercatrice senior presso il Laboratorio di nanotecnologia di Lecce. Da gennaio 2011 è diventata coordinatrice della Piattaforma materiali intelligenti nello stesso laboratorio, parte della rete Iit. Nel settembre 2012, si è trasferita all’Iit ed è stata tra i primi 5 ricercatori a ottenere una posizione di tenure track, cioè un contratto a tempo indeterminato.
Anche il figlio e il marito della tata dei figli di Cingolani, rispettivamente Paolo e Arcangelo Barbieri, sono stati assunti ad Iit. Il primo in categoria protetta e il secondo come tecnico di laboratorio. Lo riporta Thomas Mackinson in un’intervista allo stesso Cingolani nel 2014 sul fattoquotidiano.it. Non c’è nulla di opaco, aveva risposto il neo ministro, spiegando che al laboratorio di Lecce c’era un ragazzo che aveva potuto conoscere e apprezzare. Così decise di assumerlo a Iit come tecnico della sicurezza. Fece un contratto anche al padre tra le categorie protette. La moglie era la baby sitter dei figli.
Cingolani non ha risposto alla richiesta di chiarimenti del Fatto.