POLITICA

Prime considerazioni sul governo ircocervo

Prime considerazioni sul governo ircocervo

E ora i gemelli diversi dovranno dimostrare che cosa sono capaci di fare. Aspettiamo i fatti. Sono stati costretti dai numeri a fare un governo insieme, benché siano alternativi. Li unisce quella cosa potente che gli avversari chiamano “populismo”, ma che è la carica anti-establishment che ha attirato su di loro i consensi di chi ancora spera nel cambiamento. Li divide tutto il resto, la loro storia politica, i loro programmi, perfino lo stile personale. Il Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio e la Lega di Matteo Salvini hanno comunque dato vita insieme al governo guidato da Giuseppe Conte.

Che cosa faranno? Riusciranno a non deludere le speranze di chi li ha votati? Lo vedremo nei prossimi mesi. Ci sembrano sciocche (e in alcuni casi in malafede) le critiche preventive di chi dice: “È un governo di destra”, avanzate da chi ha sempre fatto politiche di destra con il risultato di aver fatto quasi sparire la sinistra dalla scena italiana. E da chi (il Pd di Matteo Renzi) ha rifiutato un accordo “socialdemocratico” con i Cinquestelle e ora grida al fascismo. Più coerenti quelli del “fronte repubblicano” contro il “populismo”: gettino la maschera socialdemocratica e facciano un super-nazareno dei poteri contro il popolo.

Detto questo, il governo che nasce è un ircocervo. Il “nuovo” e il “vecchio” mischiati insieme. Il programma promette interventi molto progressisti su beni comuni, lotta alle disuguaglianze con il reddito di cittadinanza, contrasto alla corruzione e all’illegalità dei colletti bianchi. Danilo Toninelli alle Infrastrutture è un ministro finalmente estraneo alle lobby dei costruttori e potrebbe dire no alle grandi opere inutili. Sergio Costa all’Ambiente è quello che ha indagato e scoperto “la terra dei fuochi”. Alfonso Bonafede alla Giustizia promette (parole del magistrato Sebastiano Ardita) “il primo governo che non attenta all’indipendenza della magistratura”.

Insieme a questo, ci sono preoccupanti pulsioni di destra. I proclami xenofobi del neoministro dell’Interno Matteo Salvini, gli asili nido gratis solo per gli italiani, il far west della difesa fai-da-te con licenza di uccidere, la flat tax che aumenta le disuguaglianze ed è un regalo ai ricchi. “Vecchi” anche alcuni dei personaggi entrati nel governo. Paolo Savona, agli Affari europei, che inneggia al passato delle sue azioni illegali e semigolpiste stile Gladio, raccontando di aver fatto parte di una struttura clandestina (Op) pronta nel 1963 a occupare, in caso di insorgenza, la sede Rai di Genova. Giovanni Tria, all’Economia, vecchio socialista craxiano non pentito, collaboratore di Renato Brunetta.

Elisabetta Trenta, agli Esteri, interna agli ambienti dei circoli internazionali e dei servizi segreti, con legami con società che impegano contractor (cioè mercenari). Lorenzo Fontana, alla Famiglia e disabilità, il quale crede che le unioni gay “cancellino il nostro popolo” e che “la prima causa di femminicidio nel mondo sia l’aborto”. Enzo Moavero Milanesi, agli Esteri, ministro per tutte le stagioni, che in passato non è riuscito neppure a contare fino a 14 per portare a Milano l’Agenzia europea del farmaco (era necessario il voto di 14 Paesi europei, si è fermato a 13).

Che cosa produrrà l’ircocervo? A volte i “buoni” non mantengono le promesse e i “cattivi” non realizzano le minacce (ricordate che Roberto Maroni da ministro dell’Interno attuò la più grande sanatoria per gli immigrati clandestini mai realizzata in Italia?). Dunque stiamo a vedere. Lasciamo il tifo alle opposte tifoserie e aspettiamo i fatti, senza sconti per nessuno.

2 giugno 2018
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