Salva-abusi: il racconto di Sala ai senatori
L’ultimo trucco per cercare di far passare la salva-Milano, malgrado i molti dubbi dei senatori del Pd e non solo, è di sostenere che è un “provvedimento transitorio”: approvatelo, ha detto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, tanto poi arriverà una legge organica che metterà ordine in tutta la materia urbanistica. Ma è un’idea-boomerang: se la dichiari provvisoria, ammetti che è una schifezza che devi fare per forza adesso, ma poi avrà bisogno di correzioni. E attenti: non c’è niente di più definitivo in Italia delle cose provvisorie; una volta approvata questa deregulation, non si tornerà più indietro.
Grattacieli costruiti con un’autocertificazione, niente piani attuativi, nuove costruzioni chiamate “ristrutturazioni”, via libera a edificare senza dare in cambio servizi ai cittadini: se approvata anche dal Senato, la salva-Milano (anzi, salva-Sala; anzi, salva-abusi) sarà una svolta nella storia dell’urbanistica italiana, un liberi tutti, in tutta Italia e per sempre.
L’unica speranza sarà l’intervento della Corte costituzionale, che potrà bocciare un provvedimento fatto passare come “legge d’interpretazione autentica” ma che invece interviene in una materia in cui non c’è affatto confusione interpretativa; e la cambia, la innova e la stravolge, mettendo al posto delle leggi nazionali e regionali le determine di qualche creativo dirigente del Comune di Milano.
Le prime audizioni al Senato sul tema sono state infarcite di cattiva propaganda e di piccole e grandi imprecisioni. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è arrivato a dire che lui era lì per chiedere un parere al Senato: ha scambiato i senatori della Repubblica per i consulenti di cui si circonda? Poi ha allineato una serie di affermazioni che hanno dell’incredibile (e che solo la senatrice 5Stelle Elena Sironi ha contrastato).
A Milano – ha confessato – da anni non si usa il piano attuativo per gli interventi su aree sotto i 20 mila metri quadrati in un contesto già infrastrutturato, perché già pianificato in anticipo dal Pgt (il Piano di governo del territorio). Ma il piano attuativo è previsto dalla legge proprio per raccordare i nuovi interventi con il tessuto urbano già costruito; e per dare ai cittadini i nuovi servizi (dalle fognature al verde, dai trasporti alle scuole) necessari dopo l’arrivo in una zona di centinaia di nuovi abitanti.
Ma è roba vecchia, secondo Sala, la legge è del 1942: come il Codice civile, ma nessuno si sogna di dire che è da buttare. Sono zone già piene di servizi – dice il sindaco – dunque non hanno bisogno d’altro: vada a vedere, intervento per intervento, quanto cemento nuovo si è aggiunto e quanto verde e servizi mancano in città.
E quanti soldi ha perso il Comune di Milano – dunque i cittadini milanesi – facendo pagare i costruttori fino al 60% in meno gli oneri d’urbanizzazione e solo un quarto del dovuto le monetizzazioni degli standard: facendo i calcoli (che solo la Corte dei conti potrà fare per bene) si arriva a una cifra non lontana da 1,5 miliardi. Quante piscine si sarebbero ristrutturate, con quella cifra, quanti servizi si sarebbero erogati e quante case popolari si sarebbero costruite?
Ma niente, Sala si lamenta per i 165 milioni di oneri d’urbanizzazione persi dal Comune nel 2024: colpa delle inchieste della magistratura che hanno bloccato i cantieri, fa capire, ma la colpa è semmai di chi in Comune ha permesso di costruire aggirando le norme. Finalmente fatte valere ora dai magistrati, che devono far rispettare i diritti non solo dei costruttori, ma di tutti i cittadini, anche quelli danneggiati dai grattacieli costruiti nei loro cortili.
Ultimo gioco di prestigio: i grattacieli – dice Sala – sono solo le volumetrie orizzontali già esistenti messe in verticale. Falso. Basta controllare le torri sotto indagine: intanto c’è stato un cambio di destinazione d’uso, laboratori sono stati resi abitazioni; e poi ci sono stati consistenti regali volumetrici. I senatori avranno modo di verificare.