MILANO

“Grattacielo selvaggio”: arriva la Corte dei conti. Danni milionari alle casse del Comune

“Grattacielo selvaggio”: arriva la Corte dei conti. Danni milionari alle casse del Comune

Lo vanno ripetendo da mesi il sindaco di Milano, l’assessore all’urbanistica, i costruttori, Assolombarda e Confindustria: le indagini della Procura di Milano su “Grattacielo selvaggio” hanno bloccato i cantieri e stanno facendo perdere alla città un mucchio di soldi: 100 milioni di oneri d’urbanizzazione 2024 che non entreranno in cassa, secondo l’assessore Giancarlo Tancredi; 150 secondo la presidente di Assimpredil Ance, Regina De Albertis.

Ora i calcoli li sta facendo la Corte dei conti, che ribalta però le responsabilità: sono gli uffici comunali a far perdere soldi alla città, chiedendo oneri d’urbanizzazione troppo bassi ai costruttori. È arrivata la prima verifica, notificata ieri a Palazzo Marino, che quantifica in 321 mila euro il danno “per colpa grave” arrecato alle casse comunali per una sola – le Park Towers di Crescenzago – delle 150 (a detta del sindaco) operazioni edilizie in discussione.

Alla Bluestone di Andrea Bezziccheri gli uffici del Comune hanno chiesto 1,8 milioni (invece dei 2,1 milioni dovuti) per oneri d’urbanizzazione e costi di costruzione, perché hanno considerato “ristrutturazione” di un fabbricato di un piano, da autorizzare con una semplice Scia (segnalazione di inizio attività) quella che invece era una nuova costruzione di due torri di 17 e 24 piani. Sarebbe stato dunque necessario “un piano particolareggiato esecutivo o un piano di lottizzazione esteso all’intera zona”.

Moltiplicata per 150 cantieri simili, quanti milioni ha perso la città? E se a questi mancati introiti si aggiungono poi anche quelli, ben più consistenti, delle mancate monetizzazioni degli standard, il buco è destinato a diventare voragine. Secondo i pm penali, infatti, per le monetizzazioni delle Park Towers il Comune ha incassato solo 1,5 milioni di euro invece dei 6 dovuti, facendo perdere in una sola operazione ben 4,5 milioni secondo i calcoli dei consulenti tecnici della Procura. Ora vedremo se anche la Corte dei conti contesterà la stessa cifra.

“Ristrutturazione” è “qualificazione chiaramente erronea”, scrive il pm contabile, che ora invita i tre funzionari comunali coinvolti a difendersi dalle accuse. Le torri sono un “nuovo complesso, caratterizzato da una nuova destinazione d’uso, da una nuova sagoma, da un incremento di volumetria, da caratteristiche planivolumetriche e tipologiche completamente differenti”. Sono un intervento edilizio che non ha “nulla a che vedere” con “le caratteristiche fondamentali del preesistente edificio”. Dunque non può “essere qualificato come ristrutturazione”.

I tre dipendenti del Comune lavorano al Sue, lo Sportello unico edilizia, l’ufficio che si occupa proprio di pratiche edilizie e dunque, scrivono i pm contabili, “ben avrebbe dovuto conoscere” la differenza tra ristrutturazione e nuova costruzione. I funzionari comunali avrebbero dovuto compiere un “significativo ed ulteriore approfondimento istruttorio” della pratica, invece a essa non hanno “riservato neppure la minima attenzione richiesta dalla legge”. Se “si fossero curati di valutare appropriatamente i documenti a corredo della Scia” essa sarebbe stata bloccata ed il Comune avrebbe incassato di più.

Per i tre è già stato chiesto, sul fronte penale, il rinvio a giudizio da parte dei pm Mauro Clerici, Paolo Filippini e Marina Petruzzella, coordinati dall’aggiunto Tiziana Siciliano, per lottizzazione abusiva, abuso edilizio e abuso d’ufficio: insieme a loro, il processo è stato chiesto anche per l’amministratore di Bluestone Bezziccheri, per il progettista e per il legale rappresentante della società costruttrice.

I tre dipendenti del Comune, secondo i pm contabili, “intenzionalmente procuravano ai destinatari degli atti a loro firma un ingiusto vantaggio economico di rilevante gravità”, con un’azione caratterizzata da “un’intensa negligenza, una sprezzante trascuratezza dei propri doveri, una macroscopica violazione dei doveri elementari di comportamento”.

Dopo i giudici penali delle indagini preliminari, quelli dei Riesame, quelli amministrativi del Tar, ora anche i magistrati contabili arrivano a confermare le ipotesi d’accusa della Procura di Milano. E cominciano a chiedere il conto dei danni erariali. Ai soli funzionari che hanno firmato gli atti e così si sono assunti la responsabilità di scelte urbanistiche decise ben più in alto, dai dirigenti, dall’assessore, dal sindaco.

Il Fatto quotidiano, 24 ottobre 2024 (versione ampliata)
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