MILANO

Anche il Tar contro il Comune: hanno ragione i cittadini

Anche il Tar contro il Comune: hanno ragione i cittadini

Siamo al 5 a 0 per la Procura di Milano. Dopo tre gip e un Tribunale del riesame, anche la seconda sezione del Tar Lombardia dà ragione ai pm contro il Comune di Milano e i costruttori: il Tribunale amministrativo ha infatti accolto il ricorso presentato degli inquilini di via Fauchè e via Castelvetro, assistiti dagli avvocati Wanda e Carlo Mastrojanni, che protestavano contro la costruzione di un nuovo edificio residenziale di tre piani dentro il cortile di via Fauchè 9, presentato come “ristrutturazione” di un preesistente laboratorio-deposito di due piani (per di più in parte abusivo); e ha condannato Comune e costruttori al pagamento delle spese di giudizio.

Per questo intervento – sostiene il Tar – non si può procedere con un’autocertificazione (la Scia, segnalazione di inizio attività) presentata dai costruttori, ma è necessario “munirsi di un permesso di costruire”, che tenga conto dei nuovi abitanti che arrivano in zona: come sostengono da mesi i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici con il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, già impegnati un una quindicina d’inchieste.

Questa pronuncia del Tar è importante perché smentisce seccamente quanto fin qui sostenuto dagli uffici comunali, dai costruttori e da professionisti come Ada Lucia De Cesaris (oggi avvocato, ieri vicesindaco di Milano) e cioè che la giustizia amministrativa avesse nelle questioni urbanistiche una linea opposta a quella della giustizia penale: niente affatto, scrivono i giudici del Tar, sottolineando che “nonostante l’ampia formulazione” di ristrutturazione prevista dal decreto legge del 2020, “si fuoriesce dall’ambito della ristrutturazione edilizia e si rientra in quello della nuova costruzione quando fra il precedente edificio e quello da realizzare al suo posto non vi sia alcuna continuità, producendo il nuovo intervento un rinnovo del carico urbanistico che non presenta più alcuna correlazione con l’edificazione precedente”.

Questo, in linea con la Cassazione penale (10 gennaio 2023), il Consiglio di Stato (22 giugno 2021), il Tar Lombardia (18 maggio 2020) e secondo un consolidato indirizzo della giustizia amministrativa. Illegittimo anche il superamento delle altezze previsto dal progetto di via Fauchè, scrive il Tar: il “Piano delle Regole del Comune di Milano stabilisce che, ove l’edificazione avvenga – come nel caso di specie – in tutto o in parte all’interno di cortili, la stessa debba essere realizzata con altezza inferiore o pari a quella dell’edificio preesistente”.

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Il Fatto quotidiano, 10 agosto 2024
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