Un parco nel parco. È la “proposta che non si può rifiutare” avanzata da Akno Group, multinazionale della logistica, che ha chiesto al Comune di Carpiano, a sud di Milano, di poter costruire un immenso “business park”: capannoni per stoccare, assemblare e spedire merci, e strade par farci passare i camion. Nel bel mezzo del Parco Agricolo Sud Milano, area protetta dove la natura dovrebbe restare incontaminata.
Il piano di Akno prevede invece di occupare un’area agricola di 645 mila metri quadrati (l’equivalente di 60 campi da calcio), per costruirci sopra 200 mila metri quadrati di capannoni; e poi piazzali, parcheggi, strade. In Lombardia, regione che ha già il record nazionale di consumo di suolo.
La particolarità della richiesta è che è affiancata da una proposta inedita: un fiume di milioni “regalati” al Comune di Carpiano e alle altre amministrazioni pubbliche coinvolte nel progetto. Una sorta di tangente pubblica, ufficiale, dichiarata, di 15 milioni di euro: 4 al Comune di Carpiano, 3 ai Comuni circostanti, 5 all’Ente Parco Sud Milano “da destinare alla realizzazione di opere di riqualificazione ambientale”, 3 per l’allungamento di un viadotto “in continuità del cavalcavia autostradale in Comune di Melegnano”.
La “proposta che non si può rifiutare” di Akno promette la “creazione di 470 nuovi posti di lavoro oltre all’indotto” ed è accompagnata da uno studio di fattibilità affidato al Politecnico di Milano e firmato dal professor Pierluigi Salvadeo. Non è la prima volta che il Politecnico mette la sua autorevolezza scientifica al servizio di aziende private per sostenere business invece avversati da analisti indipendenti. Era già successo con il progetto immobiliare connesso con il nuovo stadio di San Siro.
Legambiente Lombardia denuncia che i grandi operatori immobiliari si trovano in una posizione di forza di fronte a piccoli Comuni come Carpiano, spiazzati dal possibile arrivo in bilancio di una cifra mai vista, 4 milioni di euro. Lo stesso accade all’ente Parco, a cui sono stati promessi 5 milioni e il cui bilancio annuale non arriva a 1 milione e mezzo. “Il Parco Agricolo Sud Milano non è in vendita,” dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Vorremmo fosse questa la risposta di tutti gli enti locali alle cui porte bussano gli operatori immobiliari della logistica industriale. I sindaci non devono essere lasciati soli a fronteggiare simili controparti: non ha senso gestire per oltre 30 anni un’area protetta, per poi consegnarla al primo immobiliarista che passa”.