Siamo tutti eredi. Consapevoli o ignari, fieri o riluttanti. Nessuno parte da zero, ciascuno ha un’eredità da vantare o da sopportare. “Eredi” è il tema del Mittelfest 2021, il più internazionale dei festival italiani, arrivato alla trentesima edizione. Propone dal 27 agosto al 5 settembre una riflessione sul passato da custodire e il futuro da costruire, intrecciando teatro, musica, danza, performance, fotografia, visioni. Lo fa, come da tre decenni, a Cividale del Friuli, luogo dove si incrociano tre lingue (italiano, friulano, sloveno) e il tedesco non è poi così lontano. E invitando, come di consueto, artisti dall’Italia, dall’area centroeuropea, dalle terre balcaniche.
Ha avuto stagioni gloriose e stagioni difficili, il Mittelfest, che dopo la pandemia riparte con un nuovo direttore artistico, il giovane Giacomo Pedini. Assume un’eredità ricca e pesante, una storia in cui la cultura ha sempre cercato di essere un ponte per unire linguaggi e lingue diverse, facendo incontrare le espressioni artistiche di quella che un tempo era la Mitteleuropa. Quest’anno al Mittelfest si è aggiunto Mittelyoung, una chiamata a raccolta dei giovani artisti under 30 – i veri “eredi” – che da 25 Paesi d’Europa hanno proposto e candidato 162 spettacoli (66 di teatro, 60 di musica, 32 di danza e quattro progetti multidisciplinari) da cui sono stati selezionate nove proposte che andranno in scena a Cividale.
Il programma del Mittelfest è vasto e propone nomi noti come quelli di Neri Marcorè, che presenta Le divine donne di Dante (con le voci di Flavia Barbacetto e Angelica Dettori e gli arrangiamenti musicali di Stefano Cabrera). E di Lino Guanciale, che dà voce e regia a Europeana, breve storia del XX secolo (tratto dal libro dello scrittore di Praga Patrick Ourednik, accompagnato dalla fisarmonica del musicista sloveno Marko Hatlak).
L’orchestra del Friuli Venezia Giulia propone Il ponte del diavolo (luogo magico di Cividale), musiche, memorie e tradizioni dei fiumi europei. Due spettacoli-evento saranno realizzati in modo irripetibile per le strade medioevali e longobarde di Cividale. Nel primo, Remote Cividale – proposto qui dal collettivo tedesco Rimini Protokoll dopo il successo internazionale della sua formula – trenta persone audioguidate attraverso cuffie saranno portate in giro per la città, alla ricerca di sensi inediti e sguardi rinnovati.
Il secondo, Signal at Cividale, è una prima assoluta degli olandesi di Dutch Performing Arts con la regia di Strijbos & Van Rijswijk e la partecipazione di 24 auto-parlanti che dialogheranno con soprani dal vivo. Attori albanesi (Letra) e coreografie ungheresi (Mnémosyne), musiche dall’Olanda (I don’t want to be an individual all on my own) e suonatrici greche (Sofia Labropoulou), donne macedoni (My Husband) e voci bosniache (Once upon a song in Balkans), violiniste moldave e pianisti turchi, fumettisti italiani (Leo Ortolani) e danzatori cechi (Viktor Cernický).
Con una Cappuccetto rosso friulana (Attenti al loop, messa in scena dalla compagnia Sclapaduris). E tanto altro (il programma completo è lungo venti pagine). Sarà un intenso viaggio nell’Europa e un azzardo di scommessa sul futuro: con Six Memos (ovvero Sei proposte per il prossimo millennio), testo di Italo Calvino, voce dello scrittore Paolo di Paolo, musica del violoncellista Enrico Bronzi.
Eredi, dunque. Con la spada di Damocle di non avere più nulla da ereditare, in un mondo che è in pericolo a causa dei cambiamenti climatici provocati dagli uomini. Così il primo incontro del Mittelfest, a sipario non ancora alzato, è stato, appunto, Eredi del pianeta, con l’intervento di Irene Monasterolo, della Vienna University of Economics and Business. Cultura ed economia a consulto su un mondo da salvare. Se vorremo.