POLITICA

Scoppia la bolla d’Aria. Cacciato il presidente, ma pieni poteri al direttore

Scoppia la bolla d’Aria. Cacciato il presidente, ma pieni poteri al direttore

di Gianni Barbacetto e Andrea Sparaciari /

Cacciare (quasi) tutti, per non cambiare (quasi) nulla. È la soluzione trovata da Matteo Salvini per salvare quel poco di credibilità che resta al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e alla sua giunta, travolta dai ripetuti fallimenti della società regionale Aria, nella gestione dei vaccini degli over 80.

Che dovesse cadere qualche testa, nell’agenzia controllata dall’assessore leghista Davide Caparini, era chiaro, dopo le critiche e gli attacchi arrivati da medici e da esponenti dell’opposizione politica, ma anche dallo stesso assessore alla Sanità, Letizia Moratti, arrivata alla vicepresidenza della Regione per volere di Forza Italia. Così ieri Fontana – su input di Matteo Salvini – ha ordinato al consiglio d’amministrazione di Aria di dimettersi, a partire dal presidente Francesco Ferri, pupillo di Silvio Berlusconi e uomo del suo partito.

Fontana ha poi stabilito che il controllo di Aria passi all’attuale direttore generale dell’agenzia, Lorenzo Gubian, l’uomo chiamato proprio da Caparini (dunque dalla Lega) solo pochi mesi fa per far uscire Aria da un altro fallimento, quello degli acquisti dei vaccini antinfluenzali.

Così, paradossalmente, a pagare con le dimissioni sarà il presidente forzista di Aria, e non il vero responsabile operativo, il leghista Gubian. Un fallimento della Lega si è trasformato in una vittoria di Salvini e in una disfatta di Forza Italia che, dopo aver subito le figuracce inanellate da Letizia Moratti, ha dovuto incassare anche la perdita della presidenza di una società fondamentale nella macchina regionale come Aria.

Un ennesimo capitolo nello scontro che sta infiammando la maggioranza di centrodestra del Pirellone, con Caparini che resta intoccabile, nella partita di questi giorni come in quella che ha visto sconfitto e cacciato l’ex assessore forzista Giulio Gallera. La politica gioca i suoi riti, i vertici della Regione offrono qualche testa per accontentare l’opinione pubblica, ma intanto – è questo che più interessa ai milioni di lombardi ancora in attesa del vaccino – Gubian, il principale responsabile dei disservizi di Aria, non solo non è stato silurato, ma è addirittura promosso.

Per indorare comunque la pillola, ieri Fontana ha sostenuto che “situazioni di criticità, come quelle verificatesi nel fine settimana, offrono una immagine distorta dei risultati già raggiunti”. Risultati che ha rivendicato: “Il totale delle vaccinazioni in Lombardia è 1.231.413 individui”, ha detto, “la percentuale di chi ha ricevuto una dose degli over 80 che hanno aderito (circa 600 mila), supera di gran lunga il 50 per cento”.

Ma le cose non stanno così. Fontana, infatti, ha confuso il numero delle dosi somministrate con quello dei vaccinati. Secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili (al 16 marzo), in Lombardia sono state somministrate, in totale, 722.208 prime dosi e 332.589 seconde dosi. Dunque i vaccinati “completi” al 16 marzo sono solo 332.589 e non 1,2 milioni. Sbagliati i dati di Fontana anche sugli over 80: a fronte di una platea di 725 mila anziani, i vaccinati con la prima dose a ieri erano 279.354, cui si aggiungono 70.440 che hanno avuto la seconda. Molti meno, quindi, del 50 per cento annunciato dal presidente.

Il vero protagonista degli ultimi tre giorni, tuttavia, è stato Salvini. Tra le decine di annunci fatti, il più importante lo ha pronunciato ieri mattina: “Entro la settimana, pochi giorni, dovrebbe arrivare Poste”, a sostituire nella campagna vaccinale la piattaforma di Aria (costata 22 milioni di euro). Un sospiro di sollievo, quindi? Neanche per sogno, visto che Poste italiane non prenderà la gestione delle prenotazioni a breve. E, soprattutto, non gestirà la vaccinazione degli over 80. Si occuperà, invece, della Fase 2, quella massiva, quando si dovranno inoculare 6,5 milioni di dosi. Tuttavia la data di inizio della Fase 2 continua a slittare a causa dei ritardi della fase 1/ter, quella degli anziani.

Negli incontri tecnici avvenuti nelle scorse settimane tra Regione Lombardia e Poste, il focus è sempre stato sulla sola Fase 2. E infatti, voci interne all’azienda ieri hanno manifestato tutto il loro stupore per le parole di Salvini. Lo aveva confermato lo stesso Gubian, in un’intervista alla Provincia di Como: “Stiamo valutando e pianificando di utilizzare il loro portale (di Poste, ndr) per la gestione delle prenotazioni per gli under 80”. E sui tempi aveva aggiunto: “Dal punto di vista informatico, penso che potremmo essere pronti alla prima settimana di aprile, poi c’è tutto il problema organizzativo che è in capo all’Unità di crisi”.

Agli over 80, dunque, non resta che attendere. Inoltre, prima che inizi la Fase 2, si dovrà procedere alla vaccinazione dei “fragili”, circa 400 mila persone. E neanche queste rientrerebbero nelle competenze di Poste italiane. Intanto le prenotazioni di over 80 e fragili passeranno alle Asst (le aziende ospedaliere) e alle Ast (le aziende territoriali). Ovvero, agli organismi che hanno tappato finora i buchi di Aria, convocando d’urgenza i pazienti quando le liste dei vaccinandi erano vuote.

Sono in molti a chiedersi perché mai il Pirellone non abbia delegato fin dall’inizio a Asst e Ats la gestione delle vaccinazioni, visto che hanno i dati di tutti i pazienti e le relative anamnesi. Informazioni che invece fino a oggi sono state caricate nella piattaforma di Aria. Se avessero gestito tutto Asst e Ats, Regione Lombardia avrebbe anche risparmiato i 22 milioni destinati alle casse di Aria.

di Gianni Barbacetto e Andrea Sparaciari, Il Fatto quotidiano, 23 marzo 2021
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