Bolloré indagato, ora Berlusconi tifa per i pm
Ci sono voluti quasi 25 anni, ma alla fine Silvio Berlusconi ci è arrivato, a considerare la Procura di Milano una sponda su cui contare. Gioiscono gli esponenti di Forza Italia, da Lucio Malan a Daniela Santanchè, dopo che i magistrati milanesi, accusati per oltre due decenni di perseguitare il fondatore di Mediaset, hanno iscritto nel registro degli indagati il suo grande avversario, il finanziere francese Vincent Bolloré, primo azionista di Vivendi.
È stato, ironia della sorte, proprio Fabio De Pasquale, il magistrato che è riuscito a ottenere l’unica condanna definitiva per Berlusconi (per frode fiscale sui conti Mediaset), ad accogliere la tesi dell’esposto presentato da Fininvest, la holding di Berlusconi, e a disporre l’iscrizione come indagati di aggiotaggio per Bolloré e l’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine.
Un “esposto infondato e ingiurioso”, replica una nota del colosso francese delle comunicazioni. Intanto in Borsa il titolo Mediaset perde l’1,44%. E de Puyfontaine, in un’intervista a Les Echos, cerca di attutire il conflitto: “Volevamo trovare un accordo con Mediaset e vogliamo trovarlo ancora. Possiamo benissimo restare azionisti di minoranza”. Tutto è cominciato nel luglio 2016, quando Bolloré ha stracciato il contratto d’acquisto di Mediaset Premium e rifiutato lo scambio azionario del 3,5% tra Vivendi e Mediaset.
Risultato: il valore delle azioni del gruppo di Berlusconi è precipitato e Bolloré ne ha approfittato per comprare “a prezzi di sconto” – secondo l’esposto – salendo dal 3% al 29,9% in Mediaset (la Fininvest di Berlusconi è primo azionista con poco meno del 40%). Una scalata ostile, avviata dopo aver fatto “scendere artificiosamente il valore del titolo Mediaset”. Berlusconi si è rivolto a Consob, Agcom e Procura. E ora i magistrati milanesi De Pasquale e Stefano Civardi, dopo aver aperto un’indagine nei confronti di ignoti, hanno deciso di iscrivere i due di Vivendi.
Berlusconi è abituato da anni a essere trattato da indagato dalla Procura di Milano. Giovedì 23 febbraio ha rivestito invece un doppio ruolo di parte offesa: mentre il responsabile degli affari legali di Fininvest, Pasquale Straziota, era da De Pasquale e Civardi a illustrare l’esposto contro Vivendi, Silvio Berlusconi in persona era davanti ai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio come potenziale vittima di un’estorsione da parte di una delle ragazze del bunga-bunga, Giovanna Rigato, che avrebbe chiesto un milione di euro per addomesticare la propria testimonianza nel processo Ruby 3 in cui Berlusconi e altri testimoni sono imputati di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari.
Anche il governo italiano potrebbe fare da sponda a Berlusconi: “Non faremo una norma anti-Bollorè, ma nel prossimo ddl concorrenza potremo prevedere che quando compri il 5% di un’azienda quotata devi dire perchè lo stai facendo”, ha dichiarato ieri il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.