Sindaco modello Expo: Sala vuol fare assessore il suo socio in affari
Giuseppe Sala l’ha detto chiaro: “Non faremo come i due Papi, adesso ce n’è uno solo”. Come dire: Giuliano Pisapia stai sereno, “riposati”, come gli ha consigliato durante il passaggio delle consegne, ché adesso ci penso io a fare il sindaco di Milano. Prime decisioni da prendere: i nomi della giunta. “Ascolto, ma poi decido io”, ribadisce il neoeletto. “Vi prometto che entreranno i migliori”.
Ed ecco qua il primo nome “pesante”, quello per il delicato assessorato al bilancio (finora retto da Francesca Balzani): Sala sembra intenzionato ad assegnarlo a Roberto Tasca, professionista con studio a Milano e cattedra di Scienze Aziendali a Bologna. Un uomo con un’ottima reputazione, spesso usato come consulente dalla Procura di Milano. E che ora, su nomina della Rcs-Corriere della sera, è impegnato a valutare le due offerte finanziarie presentate per il futuro del Corriere, l’opa di Andrea Bonomi e l’ops di Urbano Cairo.
C’è solo un piccolo particolare stonato, nella proposta di mettere Tasca al più rilevante degli assessorati milanesi: è socio nelle attività imprenditoriali private di Sala. Il metodo Expo continua dunque anche a Palazzo Marino, in quell’inestricabile intreccio di interessi pubblici e privati che ha caratterizzato la gestione Sala dell’esposizione universale. Ora i conti del Comune – la più grande azienda di Milano, con 16 mila dipendenti e un bilancio di 2,7 miliardi di euro – potrebbero essere gestiti da Tasca, già socio di Sala in Medhelan Management & Finance e poi in Kenergy.
Medhelan è la società di consulenza che Sala costituì nel gennaio 2007, dopo essere uscito da Telecom con in tasca 5 milioni e 680 mila euro. Per un paio d’anni è presidente di Medhelan, che diventa la sua casa. Suoi soci sono Roberto Tasca, Paolo Vantellini e Mario Rossetti. Tasca è un professore dell’università di Bologna, Vantellini insegna alla Bocconi e Rossetti, ex manager di e.Biscom, è stato protagonista di una clamorosa storia giudiziaria. Fino al 2005 direttore finanziario di Fastweb, nel 2010 viene arrestato con l’accusa di essere un complice della banda di Gennaro Mokbel che aveva messo a segno la frode carosello da 2 miliardi di euro di Fastweb-Telecom Sparkle che è costata l’arresto anche di Silvio Scaglia. Dopo cento giorni di galera e un’assoluzione, Rossetti ha raccontato la sua incredibile storia giudiziaria in un libro, Io non avevo l’avvocato, edito da Mondadori.
Intanto però nel dicembre 2008 Sala aveva lasciato Medhelan perché gli era arrivata la proposta di Bruno Ermolli, il cacciatore di teste di Silvio Berlusconi, che gli aveva offerto di andare a dirigere l’amministrazione dell’allora sindaco di Milano Letizia Moratti. Sala accetta. Lascia la carica di presidente di Medhelan. Ma malgrado sia diventato direttore generale del Comune, i suoi soci continuano a occuparsi di un affare del Comune: la vendita di un pacchetto del 5 per cento di Gesac spa (Gestione servizi aeroporti campani, la società dell’aeroporto di Napoli) detenuta da Sea (la partecipata dal Comune di Milano che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa). Vecchia storia poi finita senza che alcun compratore si sia presentato all’appello.
Ma ci sono affari ancora in corso: Roberto Tasca è anche socio di Kenergy, capitale 4 milioni di euro, azienda che produce energia elettrica e gestisce impianti fotovoltaici in Puglia. Kenergy è una delle “dimenticanze” di Sala, che nel 2015 non l’ha segnalata nella dichiarazione obbligatoria ai sensi della legge sulla trasparenza (come non ha segnalato la sua casa in Svizzera e una sua società in Romania).